Moreno h4s69
La natura come musa, il pensiero come bussola. Traccio l’invisibile per dare forma a un’arte che parla oltre le parole.
Tutte le opere di Moreno 3h481s
The Silence of Time series • 2 opere 4q5a6y
Guarda tutto
"Il tempo qui diventa materia, plasma la superficie, come un corpo che ha vissuto, che mostra le sue [...]
"Il tempo qui diventa materia, plasma la superficie, come un corpo che ha vissuto, che mostra le sue pieghe, le sue storie, i suoi turbamenti
Ma c'è un punto, un punto fermo dentro il movimento, come un respiro immobile all’interno dello spazio e del tempo, sospeso tra ciò che muta e ciò che resta, un luogo di trasformazione e di riflessione, un sacrale luogo di non dualità, dove il tutto è l’uno e dove l’uno è il tutto, in cui la materia e l’osservatore si confondono in una continua metamorfosi di luci e colori, di pensieri e visioni."
In quest’opera, l’artista mette in scena una tensione sottile ma costante tra trasformazione e permanenza. Al centro della composizione, un cerchio cromato — vibrante, silenziosamente vivo — non è solo una forma geometrica, ma un principio. Uno spazio simbolico, un’idea fatta materia.
Il suo effetto visivo non è quello di uno specchio, ma di un’eco. La superficie reagisce alla luce, cattura i colori dell’ambiente e li restituisce come in sogno — sfumati, cangianti, mai precisi. Non riflette l’immagine, ma l’impressione. Chi guarda non si riconosce, ma si intuisce, dissolvendosi in una vibrazione sottile, in una presenza instabile che cambia con ogni o, con ogni variazione di luce.
Tutt’intorno, la materia pittorica si presenta segnata, vissuta. Le texture dense, scavate, imperfette, evocano la pelle, la memoria, le tracce lasciate dal tempo sul corpo e sulle cose. Qui il tempo diventa materia, come scrive l’artista, e la superficie si fa racconto, testimonianza silenziosa del divenire.
Ma il cerchio resta. Perfetto nella sua forma, intangibile nella sua natura. Non è solo simbolo di totalità, ma luogo di non separazione. Dove l’interno e l’esterno si annullano, dove ciò che si osserva e chi osserva si fondono. In questa prospettiva, l’opera si avvicina a un’esperienza di non dualità: l’Uno che contiene il Tutto, il Tutto che ritorna all’Uno.
Il risultato è un’opera che non si impone, ma si rivela. Non offre un messaggio da decifrare, ma uno spazio da attraversare. Uno spazio in cui il tempo si piega, la forma si dissolve, e la coscienza si rifrange — come luce su una superficie che non restituisce verità, ma visioni.
Ma c'è un punto, un punto fermo dentro il movimento, come un respiro immobile all’interno dello spazio e del tempo, sospeso tra ciò che muta e ciò che resta, un luogo di trasformazione e di riflessione, un sacrale luogo di non dualità, dove il tutto è l’uno e dove l’uno è il tutto, in cui la materia e l’osservatore si confondono in una continua metamorfosi di luci e colori, di pensieri e visioni."
In quest’opera, l’artista mette in scena una tensione sottile ma costante tra trasformazione e permanenza. Al centro della composizione, un cerchio cromato — vibrante, silenziosamente vivo — non è solo una forma geometrica, ma un principio. Uno spazio simbolico, un’idea fatta materia.
Il suo effetto visivo non è quello di uno specchio, ma di un’eco. La superficie reagisce alla luce, cattura i colori dell’ambiente e li restituisce come in sogno — sfumati, cangianti, mai precisi. Non riflette l’immagine, ma l’impressione. Chi guarda non si riconosce, ma si intuisce, dissolvendosi in una vibrazione sottile, in una presenza instabile che cambia con ogni o, con ogni variazione di luce.
Tutt’intorno, la materia pittorica si presenta segnata, vissuta. Le texture dense, scavate, imperfette, evocano la pelle, la memoria, le tracce lasciate dal tempo sul corpo e sulle cose. Qui il tempo diventa materia, come scrive l’artista, e la superficie si fa racconto, testimonianza silenziosa del divenire.
Ma il cerchio resta. Perfetto nella sua forma, intangibile nella sua natura. Non è solo simbolo di totalità, ma luogo di non separazione. Dove l’interno e l’esterno si annullano, dove ciò che si osserva e chi osserva si fondono. In questa prospettiva, l’opera si avvicina a un’esperienza di non dualità: l’Uno che contiene il Tutto, il Tutto che ritorna all’Uno.
Il risultato è un’opera che non si impone, ma si rivela. Non offre un messaggio da decifrare, ma uno spazio da attraversare. Uno spazio in cui il tempo si piega, la forma si dissolve, e la coscienza si rifrange — come luce su una superficie che non restituisce verità, ma visioni.
The Photonic blue series | Reshaping cyanotype art • 5 opere 68d1s
Guarda tutto
The Photonic blue series. Reshaping cyanotype art. “A blue dance is revealed—each between light [...]
The Photonic blue series. Reshaping cyanotype art.
“A blue dance is revealed—each between light and chemistry gives rise to new forms and new sensations. Fluid, organic structures transcend classical boundaries; they are not just images, but moments shaped by movement and by the energy of those tiny particles that irradiate the world and the universe, here channeled through different forces and logics. Blue goes beyond its role as pigment: it becomes frequency, energy, memory.
Each work captures the essence of transition—an image in flux, an emotion encoded in light. The surface vibrates with fleeting forms, like echoes of a presence not entirely visible but deeply perceived. Lines appear, dissolve, and re-emerge, creating a balance between the material and the immaterial, the real and the imagined. Energy transforms, surrendering its force in exchange for this blue—this photonic blue.”
“This body of work emerges from an experimental process that fuses light and material in unconventional ways. Rooted in historical techniques but reimagined through an innovative method, the result is a luminous image that transcends analog and digital — as if revealing the hidden architecture of light itself.”
“A blue dance is revealed—each between light and chemistry gives rise to new forms and new sensations. Fluid, organic structures transcend classical boundaries; they are not just images, but moments shaped by movement and by the energy of those tiny particles that irradiate the world and the universe, here channeled through different forces and logics. Blue goes beyond its role as pigment: it becomes frequency, energy, memory.
Each work captures the essence of transition—an image in flux, an emotion encoded in light. The surface vibrates with fleeting forms, like echoes of a presence not entirely visible but deeply perceived. Lines appear, dissolve, and re-emerge, creating a balance between the material and the immaterial, the real and the imagined. Energy transforms, surrendering its force in exchange for this blue—this photonic blue.”
“This body of work emerges from an experimental process that fuses light and material in unconventional ways. Rooted in historical techniques but reimagined through an innovative method, the result is a luminous image that transcends analog and digital — as if revealing the hidden architecture of light itself.”
Photography • 6 opere q4o69
Guarda tuttoSculptures • 1 opera 70332
Guarda tutto
Contattare Moreno
Invia un messaggio privato a Moreno