L'occhio di Saturno (2025) Drawing by André

Questa opera nasce come visione e come portale: L’Occhio di Saturno è la soglia tra mondi, il riflesso di un’intelligenza antica che struttura il tempo, la materia e l’illusione.
Saturno non è solo un pianeta, ma colui che plasma la realtà attraverso il vincolo del tempo lineare e della forma. È il Sole Nero, non visibile ma onnipresente, che genera la struttura della simulazione in cui l’essere umano si muove, dimentico della sua origine luminosa.
Al centro dell’opera, un buco nero funge da pupilla: è il punto di assorbimento della coscienza, il vuoto che osserva e governa. Attorno, una fiamma bianca contornata di nero suggerisce la barriera tra i mondi: l’illusione del reale, vibrante ma impenetrabile. Il giallo sfumato in violetto rappresenta la trasmutazione alchemica, il viaggio dell’anima attraverso i veli della percezione. Il bordo nero, ondulato, richiama l’instabilità del costrutto, le onde di una realtà programmata.
L’occhio, simbolo di vigilanza cosmica e consapevolezza lucida, si staglia in forma di vesica piscis, la geometria sacra dell’origine e del portale tra i regni. All’interno, il giallo solare si oppone a quattro impulsi rossi, simili a scariche elettriche: segnali dalla matrice, codici che ricordano all’osservatore che tutto ciò che appare come solido è vibrazione.
Lo spazio che lo circonda è diviso: a destra, la luce quasi dorata della coscienza originaria, il ricordo dell’unità. A sinistra, una nube grigia, simbolo dell’oblio, del richiamo dell’entropia. L’occhio volutamente decentrato, seppur attratto dall’ombra, è immerso nella luce. La luce vince sempre ma solo per chi sa vedere. Il bordo stesso dell’opera è stato intenzionalmente alterato. Gli angoli, segni della forma chiusa e della struttura ordinaria, sono stati rimossi. L’opera non ha più confini geometrici definiti: la materia si piega all’energia che la abita.
Come un artefatto proveniente da un piano non cartesiano, la superficie stessa della carta si trasforma in messaggio: l’energia dell’Occhio non può essere contenuta. Il o si arrende al contenuto.
Quest’opera non rappresenta: rivela. È un monito a guardare oltre il velo, dove l’Occhio di Saturno osserva silenzioso, eterno, assoluto.

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