The Sky and The Man blend into in each other (2024) Painting by Paolo Cantù Gentili

The Sky and The Man (blend into each other) The Sky and the Man Blend into Each Other: l'essenza rarefatta dell’essere Paolo Cantù Gentili e il confine evanescente tra uomo e infinito C'è un aspetto della pittura che si situa tra il segno e il silenzio, tra il gesto e la dissolvenza. The Sky and the Man Blend into Each Other è una riflessione sulla condizione umana ridotta all’essenziale, una figura che si smaterializza fino a diventare linea, una presenza che è già assenza. Osserviamo questa silhouette esile, quasi scheletrica, tracciata con una linea liquida, irregolare, che sembra frutto di un processo spontaneo e non imposto. Il colore è un blu cobalto che richiama la dimensione del cielo, ma anche quella di una spiritualità che si disperde nello spazio. L’azzurro, diffuso come un'eco atmosferica sul fondo bianco, suggerisce un’interferenza tra l’umano e il cosmico, tra il visibile e l’impalpabile. L’uomo qui non è più individuo, ma diventa simbolo, un'ombra vibrante tra il dripping alla Pollock e il tratto calligrafico dell’arte orientale. C’è un richiamo a una figurazione archetipica, quasi rupestre nella sua essenzialità, eppure declinata in un linguaggio contemporaneo che rievoca le avanguardie gestuali del Novecento. Cantù Gentili si muove con sapienza tra leggerezza e profondità, tra astrazione e suggestione figurativa, costruendo un’opera che più che descrivere un soggetto, lo lascia affiorare per poi dissolverlo nella trama del colore. È una pittura che non grida ma sussurra, che non afferma ma evoca. E in questa rarefazione, in questa presenza assente, sta tutta la sua potenza espressiva.

The Sky and The Man (blend into each other) The Sky and the Man Blend into Each Other: the rarefied essence of being Paolo Cantù Gentili and the evanescent border between man and infinity There is an aspect of painting that lies between the sign and the silence, between the gesture and the fading. The Sky and the Man Blend into Each Other is a reflection on the human condition reduced to the essential, a figure that dematerializes until it becomes a line, a presence that is already absence. We observe this slender, almost skeletal silhouette, traced with a liquid, irregular line, which seems to be the result of a spontaneous and not imposed process. The color is a cobalt blue that recalls the dimension of the sky, but also that of a spirituality that is dispersed in space. The blue, spread like an atmospheric echo on the white background, suggests an interference between the human and the cosmic, between the visible and the impalpable. Here, man is no longer an individual, but becomes a symbol, a vibrant shadow between Pollock-style dripping and the calligraphic stroke of oriental art. There is a reference to an archetypal figuration, almost rocky in its essentiality, yet declined in a contemporary language that evokes the gestural avant-gardes of the twentieth century. Cantù Gentili moves with skill between lightness and depth, between abstraction and figurative suggestion, building a work that, rather than describing a subject, lets it emerge and then dissolves it in the texture of color. It is a painting that does not shout but whispers, that does not affirm but evokes. And in this rarefaction, in this absent presence, lies all his expressive power.